16/06/2021

Mercati più cauti in attesa della Fed

In attesa della fine della riunione della Federal Reserve abbiamo assistito ieri a qualche presa di beneficio sui mercati azionari nordamericani, mentre quasi tutti gli indici europei hanno chiuso positivamente: i principali tecnologici hanno chiuso tutti in ribasso con Tesla la peggiore a -2,97% seguita da Google a -0,84% e la Apple a -0,64% come Microsoft. Invariata Facebook a 336,75 dollari e poco mossa anche Amazon a 3383 dollari.
Il settore bancario ha perso terreno a parte Bank of America che ha guadagnato lo 0,07% a 41,39 mentre Citigroup ha perso l'1,78% e JPMorgan l'1,52%.
In rialzo il settore petrolifero grazie al petrolio WTI che ha chiuso a 72,45 dollari al barile, con un rialzo esattamente del 50% dalla fine del 2020. Chevron sale del 2,16% a 110,30 ed Exxon Mobil del 3,64% a 64,33 dollari.
Completamente fermo il mercato obbligazionario americano con il TBond invariato a 158,625 e il rendimento del Treasury decennale a 1,49% e anche il mercato dei cambi non ha visto movimenti significativi con l'euro a 1,2130 e una leggera flessione delle commodity currencies come il dollaro australiano e quello canadese. La flessione dell'australiano è legata alla discesa del 4,2% del prezzo del rame, che anche quuesta mattina apre in ribasso.
I mercati asiatici hanno amplificato le perdite di Wall Street con quelli cinesi particolarmente deboli: Shanghai perde un punto percentuale e Hong Kong lo 0,6%. Tokyo cede lo 0,5% e Taiwan lo 0,37%, mentre Seul guadagna lo 0,6%. I mercati europei aprono invece invariati.
I dati macro di ieri non sono stati favorevoli ai mercati azionari in quanto le vendte al dettaglio americane sono scese dell'1,3% in maggio sul mese precedente contro una previsione di -0,8%, mentre i prezzi alla produzione sono saliti del 4,8% tendenziale. La produzione industriale USA di maggio è però salita più del previsto a +0,8% su aprile.
Oggi non abbiamo dati macro significati e l'attenzione è puntata sulla conferenza stampa di Powell delle 20:00 dove saranno aggiornate le previsioni macro della banca centrale americana e quelle sui tassi di interesse dei membri del Fomc. Non sono previsti invece annunci sulla riduzione degli acquisti di titoli obbligazionari se non che venga rimandata a settembre la decisione sulla loro riduzione.

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