20/10/2020

Si riducono le probabilità di un accordo sui nuovi stimoli fiscali negli USA

Nancy Pelosi, leader della maggioranza democratica al Congresso americano ha imposto la dato odierna come data limite per raggiungere un accordo con la Casa Bianca per nuovi stimoli fiscali, e avvicinandosi alla deadline le speranze che vengano superate le differenze tra le parti stanno scemando: a Wall Street sono prevalse quindi le prese di beneficio con perdite degli indici superiori all’1,6%.

L’SP500 scende a 3426,92 punti e lo scenario del doppio massimo appare ancora quello più probabile (grafico a destra).

In ribasso del 2,5% i cinque titoli principali, con Facebook che tiene un po’ meglio a -1,7% mentre Netflix chiude invariata in attesa dell’annuncio odierno della trimestrale.  In ribasso dell’1,68% JPMorgan a 99,80 dollari e del 2,1% Bank of America.

Debole anche il settore energetico con Exxon Mobil che perde il 2% a 33,42 dollari nonostante il petrolio WTI rimanga sopra ai 41 dollari al barile: i segnali di peggioramento della situazione sanitaria e della nuova imposizione di restrizioni nei vari paesi europei per il momento non impensierisce il mercato del greggio.

Nonostante la correzione dei mercati azionari quello obbligazionario non ha riguadagnato terreno e il TBond è fermo sui minimi di ottobre a 174,375 e il rendimento del Treasury decennale a 0,77%.

Nonostante il peggioramento della situazione sanitaria in Europa ieri l’euro ha guadagnato lo 0,5% contro il dollaro riavvicinandosi a quota 1,1800, ma è difficile che si apprezzi ulteriormente visti i fondamentali in peggioramento ed è più probabile che prosegua la fase laterale.

I mercati azionari asiatici hanno chiuso contrastati con Tokyo e Hong Kong in ribasso di mezzo punto mentre Shanghai e Seul hanno chiuso in rialzo dello stesso ammontare.

La giornata di oggi è caratterizzata dall’assenza di dati macro significativi, con l’unica eccezione del dato americano dei nuovi cantieri di settembre, e l’attenzione rimane puntata sul negoziato tra il Segretario al Tesoro Mnuchin e i leader democratici del Congresso.

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