25/03/2020

Chiusura a +10% di Wall Street

Il mercato azionario americano ha messo a segno un rimbalzo vicino al 10% dimostrando se necessario che è la posizione tecnica a muovere i mercati e non i fondamentali: la posizione di estremo ipervenduto degli indici giustificava un rimbalzo che dovrebbe durare almeno qualche  giorno, mentre i fondamentali non sembrano migliorare.

L'epidemia virale sembra aver raggiunto il picco in Italia, ma sembra solo agli inizi negli Stati Uniti e Trump ha dichiarato invece che gli USA non sono stati creati per essere bloccati integralmente. Le parole esatte sono le seguenti: "We lose thousands and thousands of people a year to the flu. We don't turn the country off. You can destroy a country this way by closing it down." Si attende una riapertua dell'attività per il giorno di Pasqua del 12 aprile.

Sembra quindi essere tornato alla posizione iniziale della normale influenza stagionale dopo che nei giorni scorsi sembrava invece preoccupato per il dilagare dei contagi. Evidentemente i paesi europei stanno esagerando nelle misure di contenimento: speriamo ovviamente che Trump abbia ragione, ma dovrebbero preoccupare i cambiamenti repentini di opinione sulla questione, ma ieri il mercato azionario voleva rimbalzare in ogni caso.

Wall Street ha visto salire soprattutto i tecnologici, ma anche titoli come Boeing hanno recuperato oltre il 20% a 127,5 dollari.  Apple ha guadagnato il 10,26% a 246,87 dollari, Microsoft il 9,43% a 148,3 e Tela il 16%, mentre Amazon ha chiuso a +1,97% a 1940, ma era scesa di meno nei giorni scorsi.  Positivi anche i produttori di microchips AMD e NVIDIA che sono partciollarmente sensibili alla congiuntura globale, ma i maggiori guadagni sono stati di Norwegian Cruises che sale del 42% e American Airlines che guadagna il 36%, come se il crollo dell'attività dei rispettivi settori fosse già alle spalle.

Prosegue quindi la fase di estrema volatilità e dopo l'eccesso al ribasso potremmo vedere ora una rimbalzo sorprendente prima di un nuovo tracollo, che sarà probabilmente legato al peggioramento della situazione sanitaria negli Stati Uniti.

Salgno anche i mercati asiatici, con Tokyoo che ha chiuso a +8% e Seul a 5,8%.  Più cauta Shanghai a  +2,1% e Hong Kong a +3,3%.

In discesa il mercato dei Treasurys, dibattuto tra la banca centrale che ha dichiarato che comprerà ogni titolo obbligazionario in circolazione, se necessario, e tra un possibile pacchetto di stimoli fiscali in discussione al Senato che potrebbe far aumentare di qualche trilione di dollari il debito pubblico: il rendimento del Treasury decennale sale a 0,85% in chiusura di giornata reagendo al rimbalzo di Wall Street, ma lo spazio al rialzo appare modesto vista la posizione della banca centrale.

I risultati dei survey della Markit sulla congiuntura di marzo nei vari paesi sono stati ovviamente negativi ed è probabile che per qualche settimana i mercatii guardini più ai bollettini medici che ai dati macro.  E' essenziale che emergano dei dati di contenimento dell'epidemia in Europa perchè si assista a una stabilizzazione dei mercati azionari, che solitamente anticipano i trend, ma che al momento non hanno elementi per anticipare una risoluzione rapida della questione sanitaria: si parla di blocco dell'attività economica per qualche mese, ed è molto difficile prevedere l'impatto sulla salute delle imprese, cosa che appunto sta cercando di fare il mercato azionario.

Nonostante il rally di Wall Street il petrolio WTI ha chiuso ieri a 24,20 e sembra aver trovato una trading range di equilibrio tra i 21 e il 28 dollari al barile: i fondamentali rimangono negativi e il rischio maggiore rimane orientato al ribasso con un obiettivo di medio termine intorno ai 17 dollari al barile prima che si inverta il trend ribassista principale.

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