21/02/2020

Correggono i titoli tecnologici

Wall Street ha chiuso ieri in ribasso dello 0,38% a 3373,23 punti (grafico a destra) recuperando grande parte delle perdite subite in  apertura di giornata, ma i futures sugli indici segnalano un’apertura in ribasso di mezzo punto percentuale.

In assenza di notizie se non quelle positive sulla diminuzione dei nuovi casi di contaminazione al coronavirus sono scattate le prese di beneficio sui titoli tecnologici che erano saliti maggiormente da inizio anno: Apple perde un punto percentuale chiudendo a 320,30 dollari, Amazon scende dello 0,79% a 2153 e Microsoft dell’1,53% a 184,42.  Perdono i produttori di chips AMD e NVIDIA il 2,7% a 1,9% rispettivamente e Tesla scende del 2% a  899 dollari.  In ribasso del 4,55% Morgan Stanley dopo l’annuncio della costosa acquisizione di eTrade.

I mercati asiatici chiudono a loro volta in ribasso con l'unica eccezione di Shanghai che sale dello 0,3% grazie al taglio dei tassi annunciato ieri dalla banca centrale cinese.  Tokyo perde lo 0,39% (grafico in basso) e Seul l’1,49% dopo l’annuncio di 52 nuovi casi di coronavirus nel paese.  Gli investitori iniziano ad avere il sospetto che l’epidemia non sarà solo una questione interna alla Cina e transitoria, e dopo il profit warning della Apple e del principale armatore danese si teme ora che l’impatto sul commercio mondiale e sugli utili del primo semestre non sia affatto minimo.

Visti i notevoli profitti accumulati negli ultimi mesi è naturale una maggiore avversione al rischio da parte degli investitori e che vengano venduti i titoli più liquidi e sui quali le plusvalenze sono notevoli: è quindi probabile si assista ora a una fase di correzione e il minimo di gennaio dell’SP500 a 3211 è un ottimo obiettivo.

I mercati obbligazionari continuano nella loro ascesa e il TBond si sta avvicinando a quota 165 mentre il rendimento del decennale è sceso a 1,48%, quindi sotto ai tassi interbancari.  Quello del Bund scende a -0,46%.

Prosegue anche il rally dell’’oro a 1638 mentre si ridimensiona quello del petrolio WTI che perde oltre un dollaro dal barile dal massimo di ieri a 54,66 dollari.  Il Brent ieri ha toccato i 60 dollari al barile è questa mattina ritorna a 58,50.  Le sanzioni alla Rosneft e la ridotta produzione libica hanno sostenuto il rialzo degli ultimi giorni, ma i timori di un ulteriore rallentamento della congiuntura e della domanda limitano lo spazio al rialzo.

Rimane sui massimi anche il dollaro a 111,50 contro lo yen, mentre l’euro tratta anche questa mattina sotto quota 1,0800.

L’attenzione degli investitori è oggi puntata sui risultati dei survey della Markit sulla congiuntura di febbraio per i vari paesi dell’area euro e per gli USA.  In mattinata avremo anche la revisione del dato preliminare dei prezzi al consumo dell’area euro e nel pomeriggio le vendite di case degli Stati Uniti per gennaio.

 

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