24/01/2020

Wall Street chiude sui massimi della giornata

Anche ieri si è ripetuto il solito copione a Wall Street con un’apertura in ribasso di mezzo punto a seguito della discesa dei mercati azionari asiatici e un progressivo recupero con chiusura sui massimi della giornata in rialzo dello 0,11% a 3325,54 punti (grafico a destra).

Come al solito salgono Apple e Microsoft, dello 0,48% e dello 0,62% rispettivamente, mentre Amazon perde lo 0,15% a 1884,58 dollari.  Netflix rimbalza del 7,24% a 349,60 dollari e anche la Boeing recupera il 2,84% dopo vari giorni al ribasso.  La Intel sale del 7% dopo la chiusura grazie a una trimestrale migliore del previsto.

Il recupero del mercato americano viene spiegato con il rientro dei timori di una epidemia internazionale dopo che il Segretario Generale della World Health Organization ha dichiarato che il coronavirus non costituisce una emergenza globale, ma è un fenomeno limitato alla Cina.

I mercati azionari asiatici non ne hanno però tratto vantaggio e chiudono praticamente invariati nonostante il suture sull’SP500 sia in leggero ulteriore rialzo.

Non ne sembra convinto nemmeno il mercato obbligazionario americano con il rendimento del decennale al minimo delle ultime settimane a 1,74% e il TBond a 159,40 mentre il rendimento del Bund scende a -0,3%.

La riunione della BCE non ha portato alcuna novità se non la conferma che la banca centrale inizierà a rivalutare la politica monetaria, ma la Lagarde non ha parlato di date precise e nonostante abbia accennato ai segnali di miglioramento della congiuntura non ha generato alcuna aspettative di cambiamento della politica di tassi negativi: l’euro ha reagito negativamente perdendo mezzo punto contro il dollaro e questa mattina apre sui minimi delle ultime settimane a 1,1050 nonostante il dollaro perda terreno contro lo yen a 109,50.

In recupero il petrolio WWTI a 55,90 dollari al barile dopo il tracollo degli ultimi giorni che lo ha portato ieri sotto quota 55 dollari al barile per la prima volta dall’inizio di dicembre: a 54,80 troviamo un importante supporto oltre il quale c’è spazio verso il successivo a 51 dollari al barile.  Ieri la EIA ha annunciato una riduzione delle scorte americane di 405 mila barili la scorsa settimana, ma la produzione rimane molto elevata a 13 milioni di barili al giorno e i timori di un rallentamento della domanda cinese pesano sul mercato.

L’attenzione degli operatori è oggi rivolta ai risultati dei survey della Markit sulla congiuntura nei vari paesi e negli Stati Uniti per il mese di gennaio.

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