11/12/2019

Attenzione puntata sulla Federal Reserve

Il mercato azionario americano ha chiuso ieri in leggero ribasso  con l’indice SP500 che ha perso lo 0,11% a 3132,52 punti (grafico a destra), in una giornata contrassegnata da notizie contrastanti circa l’imposizione dei dazi sulle importazioni dalla Cina previste per il 15 Dicembre: Kudlow ha dichiarato che non può confermare che tali dazi saranno rimandati, ma altri dispacci di agenzia hanno dato indicazioni in tal senso.

Lo scenario più probabile e già scontato dal mercato è che l’introduzione dei dazi sarà rimandata, ma che sarà rimandata anche la firma dell’accordo per la cosiddetta prima fase dell’accordo.

Ieri hanno recuperato i titoli che avevano perso terreno il giorno precedente, come Apple a Alibaba, mentre sono scesi quelli saliti in precedenza come Netflix, che chiude a -3,1%.  In ribasso dello 0,59% Amazon a 1739,21: il gigante dell’e-commerce sembra uscito dai favori degli investitori, che sembrano preferire Apple, Google e Microsoft, che continuano a far segnare nuovi massimi storici, mentre Amazon è sotto del 20% rispetto al massimo di luglio.

I mercati asiatici hanno chiuso contrastati, con Tokyo che perde lo 0,1%, ma Hong Kong e Taiwan in rialzo di oltre mezzo punto.  Shanghai sta chiudendo a +0,2% e rimane molto lontana dai massimi di inizio anno (grafico in basso).

In recupero il mercato obbligazionario con il rendimento del decennale a 1,82% e il TBond stabile intorno a quota 158, mentre il dollaro è cedente con l’euro a 1,1090 nonostante la notizia del sondaggio elettorale per l’elezione inglese di domani che ha ridimensionato notevolmente il vantaggio dei Conservatori, ora al 3%.

Il petrolio WTI torna sotto quota 59 dollari al barile dopo che ieri sera l’API ha annunciato un aumento delle scorte sia di petrolio grezzo che di carburanti distillati.

L’attenzione degli investitori oggi è puntata sul dato dell’inflazione USA di novembre atteso alle 14:30 invariato a +2,3% e soprattutto sulla fine della riunione del FOMC alle 20:00.  Gli analisti guarderanno soprattutto alle previsioni di crescita della banca centrale americana per il 2020.

 

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