16/09/2019

Sorpresa dal mercato petrolifero

La notizia del giorno è ovviamente l’attacco ai due centri sauditi di trattamento del greggio a Abqaiq e Khurais, con conseguente riduzione del 5% dell’offerta globale di greggio.  I sauditi possono utilizzare scorte per mantenere invariata l’offerta e inoltre gli impianti dovrebbero tornare in funzione tra pochi giorni, ma aumenta in ogni caso il premio al rischio geopolitico e il petrolio WTI apre questa mattina a 59 dollari dal barile dai 55 di venerdì, dopo aver trattato in Asia anche a 63 dollari (grafico in basso).  Aumenta poi il premio del Brent a 6,5 dollari visto che il contratto sale a 65,60 dollari al barile.

Wall Street ha chiuso venerdì invariata a 3007 punti (grafico a destra), ma i futures sugli indici segnalano un’apertura in ribasso di 13 punti a -0,45%.  Aprono in ribasso di circa mezzo punto percentuale anche i mercati europei.

I mercati asiatici hanno chiuso contrastati, con Hong Kong in ribasso di un punto, ma Shanghai poco mossa nonostante i dati macro negativi: il tasso di crescita della produzione industriale è il più basso degli ultimi 15 anni a +4,4% in agosto e anche le vendite al dettaglio a +7.5% sono uscite più deboli del previsto.  Deboli anche gli investimenti e le vendite di auto: il rallentamento della congiuntura globale e le sanzioni americane frenano quindi l’economia cinese e gli operatori si attendono nuove iniziative di stimolo monetario e fiscale da parte del governo cinese.

I mercati obbligazionari recuperano marginalmente dopo il tracollo della scorsa settimana che ha riportato il rendimento del Treasury decennale a 1,90% dal minimo di inizio mese a 1,45%: questa mattina ridiscende a 1,86% mentre il rendimento del Bund apre a -0,45%.

Poco mosso invece il mercato dei cambi, con il dollaro che scende contro lo yen a 107,90 e l’euro a 1,1070 mentre salgono le commodity currencies seguendo il balzo del petrolio.

La giornata odierna è caratterizzata dall’assenza di dati macro significativi e bisognerà attendere domani per l’indice tedesco ZEW della congiuntura tedesca: i mercati devono quindi digerire lo shock proveniente dal mercato petrolifero.

 

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