Il segnale di inversione del mercato americano di mercoledì è stato confermato dalla chiusura in leggero ribasso di ieri, con l’indice SP500 che ha perso lo 0,21% a 2879,91 punti (grafico a destra). Più ampie le perdite del Nasdaq, in quanto sono stati i principali titoli tecnologici a guidare la flessione: Facebook ha perso l’1,72% a 175,04 dollari, Apple lo 0,32% a 194,19, Amazon lo 0,45% a 1855 e Microsoft lo 0,46% a 131,49.
In assenza di notizie dal fronte dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina si allontana la possibilità che un accordo venga raggiunto al G20 del 28 giugno.
Ieri l’attenzione era puntata sull’inflazione USA di maggio e il dato è uscito leggermente inferiore alle attese all’1,79% e anche l’indice “core” ha mostrato un incremento più basso a 1,99% dal 2,06% di aprile.
I mercati asiatici chiudono con perdite intorno al mezzo punto percentuale, con l’eccezione di Shanghai che sta chiudendo invariata, mentre i mercati europei aprono sulle chiusure di ieri e il futures sull’indice SP500 segnala un’apertura neutrale di Wall Street.,
Stabile anche il dollaro a 1,1300 contro l’euro e contro lo yen a 108,30 mentre perdono le commodity currencies, con il dollaro australiano a 0,6910.
Particolarmente volatile il petrolio in apertura di giornata con un balzo di due dollari del WTI e del Brent da minimi di ieri sulla notizia di un possibile attacco a una petroliera degli Emirati nel Golfo dell’Oman: la marina britannica ha dichiarato che un tanker è stato coinvolto in un incidente vicino all’Iran, ma non è chiaro se si tratti di un attentato. Il WTI schizzato a 53,10 in pochi minuti, ma sta ora perdendo un dollaro datale livello e il Brent tratta a 61,60. Sul mercato del greggio continua a pesare però il continuo aumento della produzione e delle scorte americane.
Rimane sui massimi dell’anno il mercato dei Treasurys con il rendimento del decennale a 2,11% e anche quello del Bund è fermo sui minimi storici a -0,24%: alle 11:00 si attende il dato della produzione industriale dell’area euro, atteso in flessione dello 0,5% sul mese precedente e sullo stesso mese del 2018.
L’unico dato USA del pomeriggio è quello delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.