24/05/2019

Buona tenuta dei mercati azionari asiatici

Il mercato americano ha chiuso ieri in ribasso, ma recuperando mezzo punto dai minimi: l’indice SP500 ha perso l’1,19% a 2822,24 e il Nasdaq un punto e mezzo, ma il supporto a 2800 non è stato ancora rotto al ribasso (grafico in alto a destra), e la fase di correzione in corso deve risolversi nella rottura al ribasso di tale supporto perchè si possa assistere a una discesa più ampia: sopra 2800 il mercato rimane all’interno di una fase di consolidamento laterale e può ancora proseguire al rialzo.

Ieri sono stati i settori ciclici e quello energetico a subire le perdite maggiori: l’affare Huawei continua a penalizzare il settore dei microchip e Qualcomm in particolare, ma sono i titoli esposti al mercato cinese come Apple a subire le perdite maggiori: Apple ha perso l’1,71% finendo a 179,66, Microsoft l’1,17% a 126 dollari e Amazon ha perso il 2,38% a 1815 dollari.

La tenuta del mercato americano si può spiegare con la convinzione degli investitori che un accordo commerciale con la Cina sarà comunque raggiunto e ieri Trump ha affermato che Huawei è “molto pericolosa”, ma che la questione si può risolvere all’interno del negoziato, quindi affermando implicitamente che il negoziato è ancora vivo e vegeto e che è possibile raggiungere un accordo prima dell’incontro di giugno tra i due Presidenti.

Aumenta quindi l’avversione al rischio, ma non si è ancora assistito al panico tra gli investitori, che rimangono cautamente ottimisti circa le prospettive di più lungo termine.

I mercati asiatici hanno invece chiuso la giornata poco mossi dopo un’apertura debole: Shanghai ha chiuso invariata e sopra ai minimi della settimana (grafico in basso), Tokyo  ha perso lo 0,16% e Hong Kong sta chiudendo a +0,3%.  In rialzo di mezzo punto i mercati europei, con Milano che guadagna lo 0,8% grazie al recupero del settore bancario.

La maggiore avversione al rischio ha spinto il mercato obbligazionario su nuovi massimi dell’anno: il TBond sale sopra quota 151 punti e il rendimento del Treasury decennale scende al 2,33%.  Nuovo minimo per il rendimento del Bund decennale a -0,12%.

La correzione di ieri dei mercati azionari è stata notevolmente amplificata dal mercato del greggio, che ha visto il WTI perdere tre dollari al barile con un minimo a 57,3 dollari che si confronta con gli oltre 63 dollari di inizio settimana: il mercato è stato indebolito dall’aumento delle scorte americane annunciato mercoledì pomeriggio, che segue l’aumento notevole della settimana precedente.

La discesa dei rendimenti ha indebolito il dollaro soprattutto nei confronti dello yen, a 109,50, ma anche l’euro è riuscito a recuperare terreno e si sta riavvicinando a quota 1,1200 dopo essersi avvicinato a a 1,1100 ieri mattina.  Rimangono invece deboli e vicine ai minimi le commodity currencies, il dollaro australiano e quello canadese.  Non recupera la sterlina, ancora sotto quota 1,270 contro il dollaro, in attesa che Theresa May annunci la data delle sue dimissioni.

Sul fronte macro anche la giornata odierna è abbastanza tranquilla con l’unico dato significativo nel pomeriggio, gli ordinativi di beni di consumo durevoli statunitensi per il mese di aprile.  Si attende una flessione mensile del 2% e un aumento dello 0,2% escludendo il settore dei trasporti.

 

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