Riaprono I mercati dopo la pausa festiva con gli indici che continuano a consolidare vicino ai massimi senza dare ancora segnali di inversione. Wall Street ieri ha chiuso poco mossa, con il DowJones in ribasso, ma l’SP500 che guadagna lo 0,1% a 2907,97 punti (grafico a destra) nonostante la flessione del 4,9% delle vendite di case in marzo: sono più di 12 mesi di discesa delle vendite in un settore che non trae vantaggio dalla discesa dei rendimenti obbligazionari e dei costi dei mutui.
L’indice Nasdaq ha guadagnato qualcosa di più grazie al +4,7% di Netflix e all’1,38% di Amazon a 1887 dollari, ma anche Apple è salita a 204,53 dollari e Microsoft fa segnare un nuovo massimo storico a 123,76 dollari: ancora 10 dollari e la capitalizzazione supererà il trilione di dollari.
La notizia principale di ieri è però quella della decisione dell’amministrazione Trump di non estendere l’esenzione alle sanzioni sugli acquisti di petrolio iraniano a vari paesi Italia inclusa: il Brent guadagna due dollari a 74 ,3 e il WTI sale a 66 dollari al barile, nuovi massimi dell’anno.
I mercati asiatici a loto volta hanno chiuso contrastati, con Tokyo in rialzo dello 0,2% e quelli cinesi in ribasso sulla notizia che in un incontro presieduto da Xi Jinping sono stati sollevati dubbi sulla necessità di stimoli da parte del governo.
Apertura in leggero ribasso invece dei mercati europei mentre i futures sugli indici USA segnalano un’apertura praticamente invariata in attesa di trimestrali importanti come quella di Twitter.
Poco mosso il mercato dei cambi: lo yen è fermo da giorni a 111,90 mentre l’euro e stabile a 1,1250.
Da fronte macro oggi si attendono dati di secondaria importanza, iniziando al 16:00 con la fiducia dei consumatori dell’area euro e con le vendite di case esistenti di marzo per gli USA.