25/03/2019

Peggiora il tono dei mercati azionari

Il tono dei mercati azionari è cambiato di colpo venerdì dopo l’uscita dei survey della Markit sulla congiuntura europea e americana: gli indici sono scesi in tutti i paesi, e solo l’indice dell’area euro per il settore dei servizi ha tenuto le posizioni in territorio positivio mentre le discese maggiori si sono registrate nel settore manifatturiero, soprattutto in Germania.

Wall Street, che aveva chiuso giovedì su nuovi massimi dell’anno grazie al rally dei tecnologici, venerdì ha pero due punti percentuali sia per le prese di beneficio sui tecnologici stessi, sia per le perdite del settore bancario: Bank of America ha perso il 3% e JPMorgan due punti percentuali, in quanto si teme che la ridiscesa dei rendimenti obbligazionari penalizzi i bilanci del settore.  L’indice SP500 ha chiuso a 2800 punti (grafico a destra) e i futures segnalano un’apertura in ribasso di mezzo punto percentuale.

Ampie anche le perdite dei tecnologici, dal 3% di Amazon a 17644 dollari al -2,64% di Microsoft che ha chiuso a 117 dollari, comunque vicino ai massimi  storici.  In ribasso del 2% anche la Apple a 191 dollari.

I mercati asiatici hanno aperto a loro volta la settimana con perdite significative, che vanno dal 2% dei mercati cinesi al 3% di Tokyo.

Prosegue la discesa dei rendimenti obbligazionari e questa mattina il decennale apre al 2,44% mentre il TBond rimane appena sotto quota 149 punti.  La discesa dei rendimenti dei decennali sotto quelli a tre mesi viene interpretata come un forte segnale recessivo, ma al momento i dati non giustificano tali previsioni negative: al contrario la stima del PIL americano del primo trimestre della Fed di Atlanta è stata alzata all’1,2% dopo i dati di venerdì delle vendite di case del commercio all’ingrosso.

Il dollaro apre la settimana contrastato, perdendo terreno contro lo yen a quota 110, ma rafforzandosi contro le altre valute: l’euro si mantiene per il momento appena sopra quota 1,1300, ma il rischio maggiore rimane orientato al ribasso.

L’indebolimento dei mercati azionari ha trascinato marginalmente al ribasso il mercato petrolifero e il WTI questa mattina tratta a 58,60 dollari al barile, comunque sopra al minimo di venerdì.  Sale l’oro a 1317 dollari, ma rimane sotto al massimo della scorsa settimana e a rischio di ridiscesa nel caso  di un rafforzamento del dollaro.

Per la giornata odierna l’attenzione degli investitori è puntata sul dato tedesco del survey congiunturale dell’IFO per il mese di marzo, atteso invariato, mentre domani avremo l’indice della fiducia dei consumatori e i nuovi cantieri USA.

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