Nonostante la chiusura al ribasso di Wall Street i mercati asiatici chiudono la settimana positivamente con l’eccezione di Tokyo, che perde lo 0,18%. Shanghai guadagna l’1,91% sulle aspettative del raggiungimento di un accordo commerciale con gli Stati Uniti: il rialzo della settimana è superiore al 5%. I dati macro cinesi però continuano a segnalare un rallentamento della congiuntura e questa mattina è uscito il dato dei prezzi delle nuove abitazioni più debole del previsto.
Il mercato americano ha chiuso in ribasso dello 0,35% a 2774,88 (grafico a destra) dando un primo segnale di inversione del notevole trend rialzista delle ultime settimane: l’indice ha raggiunto un’area di importante resistenza e una pausa è naturale. Ieri l’indice è stato indebolito dalla Apple, che ha chiuso a 171,06 dollari con un ribasso dello 0,56% e da Facebook, il ribasso dell’1,55%. In leggera discesa anche Amazon a 1619,44 dollari, mentre la Microsoft ha guadagnato oltre due punti percentuali finendo a 109,41 dollari.
I dati macro americani di ieri sono stati più deboli del previsto, vendite di case e ordini di beni di consumo durevoli, ma il mercato obbligazionario ha chiuso in ribasso, con il TBond che ha perso un punto percentuale tornando sotto quota 146 e il rendimento del decennale a 2,68%.
Stabile il petrolio WTI sopra ai 57 dollari al barile nonostante il dato delle scorte americane che ha mostrato un aumento anche la scorsa settimana.
Poco mosso invece il mercato dei cambi con l’euro fermo a 1,1350 e lo yen a 110,70, ma oggi parleranno quattro membri della banca centrale americana ed è da attendersi una maggiore volatilità del mercato dei cambi.
Dal fronte macro si attende il dato del survey sulla congiuntura tedesca di febbraio dell’IFO e quello dell’inflazione nell’area euro di gennaio: la stima flash di fine mese aveva mostrato una flessione del tasso di inflazione all’1,4% dall’1,6% di dicembre.