12/12/2018

Migliora il tono dei mercati azionari

Wall Street ha confermato il segnale di inversione dato lunedì con la chiusura in rialzo dopo che l’indice SP500 era sceso sotto ai minimi di ottobre (grafico a destra) e ieri il segnale è stato confermato con una chiusura leggermente positiva anche se ben al di sotto dei massimi della giornata.  La Apple si mantiene debole e perde lo 0,57% a 168,63 dollari, mentre Microsoft continua a dimostrarsi il titolo più forte dei Faang guadagnando lo 0,93% a 108,59 dollari.  Stabile invece Amazon a 1643,24 dollari.

Il mercato aveva aperto positivamente, ma è stato raffreddato dalle dichiarazioni di Trump durante un incontro con i leader Democratici del Senato e del Congresso, dove ha sorpreso tutti dichiarando che se non gli verranno garantiti i 5 miliardi di dollari per completare il suo muro con il Messico non chiederà di alzare il limite al debito federale di fatto assicurando la chiusura delle attività federali.

E’ poi tornato l’ottimismo sui mercati dopo la chiusura di Wall Street, quando Trump, in un’intervista alla Reutters, ha affermato che erano in corso trattative telefoniche con i leader cinesi e che non avrebbe imposto nuovi dazi in attesa della chiusura di un accordo commerciale.  Trump ha poi aggiunto che sarebbe intervenuto con il Dipartimento di Giustizia per il caso Huawei se questo fosse stato utile per gli interessi nazionali di sicurezza o per chiudere l’accordo commerciale.  Positiva per i mercati anche la notizia che il tribunale canadese ha accordato il rilascio su cauzione alla CFO di Huawei arrestata domenica scorsa.

I mercati azionario asiatici hanno reagito positivamente alla notizia e Tokyo guadagna oltre due punti percentuali rimbalzando sul minimo a 1580 punti del settembre scorso (grafico in basso).  Hong Kong guadagna l’1,6% mentre Shanghai sale dello 0,31%.  In rialzo dello 0,25% i futures sugli indici americani e positiva di mezzo punto l’apertura dei mercati europei.

Sul fronte dei cambi è da notare la debolezza ulteriore della sterlina sotto quota 1,250 contro il dollaro sulla notizia che il Conservatori potrebbero votare contro la fiducia a Theresa May, e che  il primo ministro potrebbe essere sostituito da un politico più favorevole alla Brexit senza un accordo.  Scende anche l’euro avvicinandosi a quota 1,130 in una fase di rafforzamento del dollaro anche nei confronti dello yen a 113,5.

Poco mosso invece il mercato obbligazionario, con il rendimento del Treasury decennale fermo al 2,88%.  Ieri i dati sui prezzi alla produzione americani di novembre sono stati un po’ più forti del previsto, ma è soprattutto il dato odierno dei prezzi al consumo ad avere un impatto sul mercato: l’indice dei prezzi dovrebbe rimanere invariato sul mese precedente e il tendenziale dovrebbe scendere dal 2,5% di ottobre al 2,2%, mentre l’indice “core” dovrebbe salire del 2,2% dal 2,1% del mese precedente.

In mattinata avremo anche il dato della produzione industriale dell’area euro di ottobre e nel pomeriggio il dato delle scorte americane di greggio: il WTI sta tentando di recuperare quota 52 dollari al barile sulla notizia dei tagli della produzione di Russia e OPEC, oltre che per la diminuzione dell’offerta libica.

 

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