I mercati azionari aprono la settimana positivamente, con Shanghai che guadagna quasi un punto percentuale (grafico in basso), Hong Kong mezzo punto percentuale e Tokyo qualcosa di più.
Il miglioramento dei mercati cinesi è in parte legato alle dichiarazioni di Trump di venerdì circa la possibilità che gli Stati Uniti non impongano ulteriori dazi sulle importazioni dalla Cina dopo che Pechino ha inviato una lista di misure finalizzate a risolvere le tensioni commerciali.
Wall Street ha chiuso contrasta venerdì con l’indice SP500 in rialzo dello 0,22% (grafico a destra), ma il Nasdaq in leggero ribasso a causa del -3% di Facebook e del -1,61% di Amazon a 1593,4 dollari. Il future sull’indice punta a un’apertura in ribasso di un quarto di punto.
Un altro accadimento che ha mosso i mercati venerdì, e soprattutto quello valutario, sono state le dichiarazioni di due esponenti della Federal Reserve circa i rischi di un rallentamento dell’economia globale: hanno ridimensionato i timori che la banca centrale alzi i tassi oltre il livello definito dalla stessa “neutrale” tra il 2,5% e il 3,0% e quindi che si stia avvicinando la fine della fase di stretta monetaria, almeno in termini di rialzo del target dei Fed Funds.
Questo cambiamento di aspettative si riflette nel calo dei rendimenti a lungo termine dei Treasurys, questa mattina al 3,08% e del dollaro, che ha perso un punto percentuale nel corso della giornata di venerdì sia contro lo Yen a 112,75 che contro l’euro che troviamo oggi sopra quota 1,1400.
Questo cambiamento di atteggiamento da parte della banca centrale americane, o almeno la percezione di questo cambiamento, dovrebbe portare a un maggiore interesse verso le asset class più rischiose, e anche il petrolio WTI questa mattina appare meno fragile a 57,50 dollari al barile.
La giornata odierna è contraddistinta dall’assenza di dati macro e l’attenzione sarà rivolta agli accadimenti politici in Gran Bretagna, visto che nel corso della settimana dovremmo avere una soluzione alla Brexit.