14/11/2018

Mercati azionari europei nuovamente in ribasso

Nonostante la chiusura neutrale di Wall Street i mercati azionari asiatici hanno perso mezzo punto circa, con l’eccezione di Tokyo che guadagna marginalmente, e anche i mercati europei aprono in ribasso con perdite dell’1,5% per il mercato italiano: la risposta del governo italiano alla lettera di Bruxelles è stata di completa chiusura sui saldi e sulle previsioni di crescita e l’unico elemento nuovo è la previsione di riduzione del debito attraverso privatizzazioni e il fatto che viene assicurato il limite del 2,4% da ogni possibile sforamento.  Sale lo spread a 316 basis e il rendimento del BTP  decennale è sopra quota 3,5%.

Perdono i titoli bancari, ma soprattutto Mediaset (-4%) dopo la trimestrale e Saipem (-3%) seguendo il tracollo del prezzo del petrolio, che ieri ha lasciato sul terreno il 7%: vengono citati i timori di un rallentamento della domanda globale, ma il problema principale è la speculazione tutta dal lato del rialzo contro le posizioni corte dei commerciali, e che sta cercando di chiudere le posizioni al momento sbagliato.

La discesa del 25% del Brent dai massimi di inizio ottobre è comunque un’ottima notizia per le economie europee e per quelle emergenti: vengono raffreddate le aspettative inflazionistiche e scendono i rendimenti a lungo termine, con quello del Treasury decennale che tratta questa mattina al 3,14%.

Wall Street ieri ha chiuso invariata nonostante l’ulteriore flessione della Apple di un altro punto percentuale a 193 dollari e nonostante la debolezza del settore energetico: l’indice SP500 ha chiuso a 2722 punti dopo un’apertura positiva (grafico a destra) mentre il Nasdaq ha chiuso invariato.

In leggero rialzo l’euro a 1,1280 sulla notizia del raggiungimento di un accordo con la Gran Bretagna sulla Brexit, ma la sterlina torna sotto quota 1,300: alle 10:30 avremo il dato sull’inflazione di ottobre.

L’attenzione degli investitori è puntata però sul dato delle 14:30 dei prezzi al consumo USA per il mese di ottobre: è atteso un aumento del tasso tendenziale dal 2,3% di settembre al 2,5%, mentre l’indice “core” che esclude i prezzi di energia e alimentari dovrebbe rimanere fermo al 2,2%.

© 2001-2022 CFS Rating Tutti i diritti sono riservati

I dati le informazioni e le elaborazioni sono proprietà di CFS Rating, nessuna garanzia viene data in merito alla loro accuratezza, completezza e correttezza.

I dati e le elaborazioni pubblicate nel presente sito non devono essere considerate un'offerta di vendita, di sottoscrizione e/o di scambio, e non devono essere considerate sollecitazione di qualsiasi genere all'acquisto, sottoscrizione o scambio di strumenti finanziari e in genere all'investimento.