13/09/2018

Rimbalzano le borse asiatiche

I mercati asiatici rimbalzano dopo giorni di ribassi che hanno portato gli indici cinesi sui minimi degli ultimi cinque anni: Hong Kong guadagna l’1,67% e Shanghai lo 0,85%, ma anche Tokyo sale di un punto percentuale.

Non ci sono notizie particolari a giustificare il rimbalzo se non l’invito del ministro del Tesoro Mnuchin al governo cinese per nuovi incontri per risolvere le dispute commerciali rispondendo alle pressioni interne provenienti da vari settori economici.  Gli investitori sperano non vengano prese nuove iniziative contro le esportazioni cinesi, ma le azioni dell’amministrazione Trump sono imprevedibili.

Wall Street ieri ha chiuso poco mossa nonostante gli ampi movimenti dei principali titoli: Apple ha perso l’1,24% e Facebook il 2,3%, ma Netflix ha guadagnato il 3,94%.  L’indice SP500 ha chiuso a 2888 punti con un rialzo dello 0,04% (grafico a destra) mentre il Nasdaq ha perso lo 0,23%.

Da notare la flessione del dollaro dopo il dato dei prezzi alla produzione di agosto che hanno mostrato una diminuzione sul mese precedente.  L’euro è passato da 1,1580 a 1,1650 e questa mattina tratta a 1,1625 in attesa della riunione della BCE.  Il dato non ha invece avuto un impatto significativo sul mercato obbligazionario e il rendimento del decennale è addirittura salito al 2,97% e quello del titolo a due anni al 2,75%, il massimo degli ultimi dieci anni.

Particolarmente volatili il petrolio WTI che ha guadagnato quasi quattro dollari in 24 ore sul dato della contrazione delle scorte superando i 71 dollari al barile, ma questa mattina è già tornato sotto quota 70 dollari al barile.

L’attenzione degli investitori è oggi puntata sul dato dei prezzi al consumo USA di agosto: le previsioni sono per una crescita dell’indice “core” ferma al 2,4%.

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