La settimana si apre all’insegna dei segnali di intensificarsi della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, ed è il turno della Cina di minacciare l’imposizione di tariffe sulle esportazioni americane dopo che Trump ha annunciato dazi del 25% di 50 miliardi di importazioni dalla Cina.
La Cina ha minacciato dazi anche sulle importazioni di petrolio e la prima vittima questa mattina è il future sul WTI, che ha perso un altro dollaro dopo i due persi venerdì pomeriggio: il WTI scendo sotto al minimo delle ultime settimana e 64,30 dollari al barile.
Il mercato azionario giapponese perde lo 0,8% mentre Hong Kong e Shanghai sono chiusi per festività. I futures sugli indici americani segnalano un’apertura in ribasso dello 0,4%.
Il mercato americano aveva chiuso in leggero ribasso venerdì, ma ben sopra ai minimi fatti segnare nel corso della giornata (grafico a destra): l’impressione è che il massimo della scorsa settimana sia un massimo di medio termine e che il mercato sia entrato in una fase di correzione.
Si rafforza il mercato obbligazionario americano e il rendimento del decennale scende leggermente al 2,91%.
La giornata odierna è caratterizzata dall’assenza di dati macro. Ale 19,30 è però atteso un intervento di Mario Draghi a Sintra, ma è poco probabile che aggiunga qualche elemento a quanto detto durante la conferenza stampa di giovedì scorso.