Chiusura contrastata per il mercato azionario americano, con il Russell 2000 che guadagna mezzo punto percentuale toccando un nuovo massimo mentre l’SP500 ha perso leggermente terreno finendo a 2720 punti (grafico a destra). Quest’ultimo indice ha fatto segnare un outside day con massimi maggiori del giorno precedente e minimi inferiori, un segnale di incertezza, ma vista la forza dell’indice delle small caps è probabile che anche gli altri indici proseguano al rialzo ancora per qualche giorno.
Il mercato azionario sta superando il vento contrario del rialzo dei rendimenti dei Treasurys: il decennale apre questa mattina in Europa a 3,10% e il titolo a due anni al 2,56%.
In rialzo i mercati asiatici sulle aspettative del raggiungimento di un accordo nel negoziato tra Cina e Stati Uniti sul commercio: da Washington giungono voci che la Cina ha offerto a Trump un pacchetto di acquisti di merci americane e altre misure per ridurre il disavanzo di 200 miliardi di dollari e per migliorare la protezione dei diritti intellettuali.
In rialzo il dollaro contro lo yen a quota 111,00 mentre contro l’euro apre la giornata un po’ più debole nonostante non ci siano novità dal fronte italiano sulla formazione del nuovo governo. La valuta americana guadagna terreno soprattutto contro le valute dei paesi emergenti: la lira turca tocca un nuovo minimo storico, ma scendono anche il real brasiliano e il peso messicano.
Rimane sostenuto il prezzo del greggio, e soprattutto il Brent non mostra segni di debolezza avendo trattato ieri sopra quota 80 dollari al barile: lo spread con il WTI ha toccato gli otto dollari al barile.
La settimana si chiude con una giornata con pochi spunti dal fronte macro: in mattinata escono i dati dei prezzi alla produzione tedeschi di aprile e della bilancia commerciale dell’eurozona di marzo e alle 14:30 avremo l’inflazione canadese di aprile.