Wall Street ha chiuso la giornata con un rialzo dello 0,41% con l’indice SP500 che finisce a 2722,46 (grafico a destra) nonostante il rialzo dei rendimenti del decennale americano al 3,12%: il superamento dell’importante resistenza situata a 3,05% sembra ormai confermato (grafico in basso) e apre la strada a un movimento verso il primo obiettivo a 3,35%.
Il mercato americano è stato sostenuto dal settore del commercio dopo la trimestrale positiva di Macy’s (che guadagna oltre il 10%) e dai tecnologici con titoli come Apple e Amazon che guadagnano quasi un punto percentuale. L’indice Russell 2000 ha superato il massimo storico di gennaio.
In rialzo anche i mercati asiatici grazie alla trimestrale migliore delle attese del gigante tecnologico cinese Tencent che guadagna oltre il 5%, e anche grazie alle aspettative di una soluzione positiva ai negoziati commerciali tra Cina e Stati Uniti.
Da notare il rialzo del petrolio, soprattutto del Brent che si avvicina alla barriera degli 80 dollari al barile. Più basso di otto dollari il WTI americano a causa del continuo aumento della produzione domestica. Ieri il WTI è stato sostenuto dal dato settimanale delle scorte che ha mostrata una flessione imprevista per la seconda settimana di seguito.
Contrastato il dollaro, che rimane orientato al rialzo contro l’euro nonostante la valuta europea sia riuscita a rimbalzare sopra quota 1,180 dopo aver toccato ieri un minimo a 1,1760, mentre perde terreno contro le commodity currencies e soprattutto contro il dollaro canadese a 1,2780. In rialzo contro lo yen a quota 110,50.
Le vicende italiano ieri hanno indebolito l’euro, ma sono soprattutto i rendimenti americani in rialzo a sostenere il dollaro: il rendimento del titolo a due anni sale questa mattina a 2,59% il massimo degli ultimi 10 anni.
La giornata odierna è contraddistinta dall’assenza di dati macro significativi: alle 14;30 avremo solo il dato americano settimanale delle richieste di sussidi di disoccupazione.
