18/10/2017

Nuovo record per Wall Street

L'indice Dow Jones ha toccato ieri i 23 mila punti seppur chiudendo 3 punti sotto tale livello, mentre gli altri due indici hanno chiuso appena sopra la parità: l'SP500 chiude a 2559 con un rialzo dello 0,07% (grafico in alto a destra).  E' il quarto guadagno di mille punti negli ultimi 12 mesi per il Dow Jones, sostenuto dall'ottimismo legato al piano fiscalo della nuova amministrazione e dalle aspettative di crescita dell'economia globale.

Il settore migliore è stato quello della salute dopo gli utili migliori del previsto di United Healthcare Group, mentre sono scesi i titoli finanziari nonostante l'ottima trimestrale di Goldman Sachs e Morgan Stanley.  Positvi anche i dati macro, con la produzione industriale in crescita dello 0,3% in settembre grazie ai settori delle costruzioni e delle utilities, in parte legato agli uragani che hanno colpito il sud degli Stati Uniti in settembre.  In rialzo del 3,4%  la Johnson & Johnson mentre  Goldman Sachs perde il 2,6% nonostante la buona trimestrale.  Sale invece IBM dopo la chiusura nonostante una diminuzione del fatturato, ma si tratta omai di un titolo value visto che le previsioni degli utili dell'anno sono di circa 12 dollari per aziono contro un valore del titolo di 149 dollari, che ha perso oltre l'11% da inizio anno mentre gli altri tecnonogici come Apple guadagno oltre il 30%.

In leggero rialzo anche i mercati asiatici, con tokyo che guadagna lo 0,17% e i mercati cinesi poco mossi dopo l'apertura del Congresso del partito: il Presidente Xi Jinping non ha detto niente di pratico e il mercato rimane vicino ai massimi in attesa della direzione di Wall Street.

In rialzo il petrolio sopra ai 52 dollari al barile sulla diminuzion e delle scorte annunciato dall'API, da confermare oggi con il dato delle scorte ameriane, mentre il rendimento del Treasury decennale è fermo al 2,30%.

La giornata odierna è contraddistinta dall'assenza di dati macro e l'unico elemento di interesse sarà l'intervento di Mario Draghi a Francoforte, anche se è poco probabile che faccia riferimento alla possibile decisione di ridurre gli acquisti di titoli da parte della BCe da gernnaio. Le aspettative del mercato sono per una riduzione degli acquisti a 20/30 miliardi al mese per altri nove mesi.

Prosegue il rialzo dello spread di rendimento tra dollaro ed euro, oggi quasi a 2,40%, e questo spiega il progressivo indebolimento dell'euro, che dovrebbe andare a testare l'area di supporto a 1,1650 nel corso della settimana e con molta probabilità scendere sotto questo livello: ci attendiamo valori intorno a quota 1,1500 nei prossimi giorni.

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