01/12/2016

Rally del 10% del petrolio

La notizia del giorno è l’accordo tra i paesi dell’OPEC per una riduzione della produzione di greggio di 1,3 milioni di barili al giorno su un totale di 32,5 milioni, cui si aggiunge una riduzione di altri 600 mila barili da parte degli altri paesi, Russia in primis.  Il WTI ha guadagnato ieri il 10% passando da 45 a 50 dollari al barile, e si avvicina al massimo dell’anno situato a 52 dollari (Grafico Reuters in alto a destra).  Il superamento di questa importante barriera proietterebbe il petrolio verso l’area di massimo dell’anno scorso intorno ai 60 dollari.

Il rally del greggio ha avuto un impatto positivo sui titoli petroliferi, con Chevron c he guadagna il 2% e Exxon-Mobil che sale dell’1,6%  a 83,7 dollari, ma l’indice S&P 500 ha chiuso in ribasso dello 0,27% a causa della discesa dei titoli Internet come Google e Facebook: il Nasdaq perde un punto percentuale.  Il segnale tecnico dato ieri dall’indice S&P 500 è piuttosto negativo, essendo andato a chiude sui minimi della giornata dopo aver fatto segnare un nuovo massimo storico (grafico in basso).

I mercati asiatici hanno invece reagito positivamente e guadagnano un punto percentuale, con Tokyo spinta al rialzo dalle dichiarazioni della banca centrale circa il proseguimento degli acquisti di titoli: il dollaro/yen sale a 114 yen.

Prosegue però anche il rialzo dei rendimenti dei titoli a lungo termine in dollari: il decennale apre in Europa a 2,39% e dovrebbe ora andare a testare il massimo degli ultimi due anni a 2,5%.  Il rialzo del petrolio e i dati macro USA molto positivi delle ultime settimane giustificano le aspettative di un superamento anche di questa barriera.  Ieri la ADP ha annunciato che nel mese di novembre l’economia americana ha generato 217 mila nuovi posti di lavoro nel settore privato, con  un significativo rialzo da 147 mila di ottobre, e questo è un buon segnale in attesa del dato di domani della disoccupazione di novembre.

Il rialzo dei rendimenti obbligazionari è attualmente il principale pericolo per i mercati azionari, che si trovano ad affrontare un cambiamento dello scenario dei tassi mentre la valutazioni in termini di P/E sono storicamente molto elevate.

Positivi anche i dati cinesi appena usciti, l’indice PMI manifatturiero di novembre, mentre in mattina saranno annunciati quelli di vari paesi dell’area euro.  Alle 16:00 sarà annunciato l’indice PMI americano, sempre per il mese di novembre, e le previsioni sono per un aumento da 51,8 a 52,4.

 

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