La notizia del giorno è l’accordo preliminare tra i paesi produttori di petrolio per un tetto produttivo intorno ai 32,5-33 milioni di barili al giorno dai 33,24 attuali. Il prezzo del WTI è salito del 5% e tratta oggi intorno ai 47 dollari al barile (grafico in lato a destra).
Wall Street ha chiuso positivamente grazie al rialzo dei titoli energetici, con Exxon Mobile Chevron che hanno guadagnato il 3% circa, e anche i mercati europei aprono la giornata con rialzi superiori al punto percentuale.
Non è ancora chiara la portata dell’accordo dei paesi produttori di greggio, in quanto non sono state definite quote per i singoli paesi e pertanto non è chiaro come sarà possibile raggiungere l’obiettivo: tutto è rimandato alla riunione di novembre a Vienna e inoltre stiamo parlando di una riduzione della produzione del 2% circa. La reazione del mercato appare quindi esagerata e non sorpenderebbe una lenta ridiscesa del greggio rimanendo comunque all’interno della trading range 43-49.
L’attenzione è oggi puntata sui dati tedeschi della disoccupazione di settembre, attesa in flessione di 5 mila unità, e dell’inflazione preliminare di settembre, prevista a +0,6% tendenziale da +0,4% di agosto.
Nel pomeriggio sarà poi annunciata la bilancia commerciale americana di agosto e la revisione del PIL del secondo trimestre, che dovrebbe mostrare un aumento dalla prima stima di 1,1% a 1,5% del tasso di crescita annualizzato.
Tecnicamente il rimbalzo odierno dei mercati europei non muta lo scenario neutrale: il Dax è al centro della trading range delle ultime settimane e non mostra un trend direzionale (grafico in basso).