La settimana si apre negativamente per i mercati azionari, ma dopo un novembre eccezionale la cosa non dovrebbe sorprendere: gli indici europei hanno chiuso praticamente invariati, ma quelli americani hanno perso terreno soprattutto a causa delle vendite sui tecnologici: il Nasdaq ha perso lo 0,84% mentre l’SP500 solo lo 0,63%: il Russell 2000 dei titoli a minore capitalizzazione ormai va per conto suo e ha guadagnato invece lo 0,98%.
Tra i principali titoli tecnologici NVIDIA è stato il peggiore a –2,68% seguito da Google a –1,96% e Amazon, Facebook e Microsoft a –1,45% circa. Poco mossi i petroliferi mentre hanno chiuso in territorio positivo i principali titoli bancari, con JPMorgan il migliore a +0,73%.
I mercati azionari asiatici hanno seguito la correzione di Wall Street con Tokyo che ha perso l'1,33%, Seul lo 0,80% e Hong Kong che sta perdendo il 2,45%.
Il mercato obbligazionario ha chiuso in leggero ribasso: il rendimento del Treasury decennale è finito a 4,27%. Sul mercato dei cambi l’Euro ha perso mezzo punto a 1,0830 mentre lo Yen è stabile a 147,20.
Rimane debole il petrolio WTI che ha chiuso la giornata a 73,30 dollari al barile, sotto di cinque rispetto al Brent nonostante le notizie poco rassicuranti provenienti dal Golfo.
Dal fronte macro oggi si attende il dato finale dai survey sulla congiuntura europea di novembre dell’HCOB e l’indice ISM per il settore dei servizi USA di novembre.