I dati di ieri dell’inflazione nell’area Euro e di novembre e del deflatore dei prezzi al consumo (PCE) statunitensi per il mese di ottobre sono stati inferiori alle previsioni per il primo e come previsto al 3,5% per il secondo (per l’indice Core), ma i mercati obbligazionari hanno reagito con una flessione marginale, il dollaro si è rafforzato e Wall Street ha chiuso in rialzo dello 0,38% a 4567 punti (grafico in basso).
Il rendimento del Treasury decennale apre questa mattina a 4,33%, quello del Bund a 2,44% e quello del BTP decennale al 4,21%.
Ieri a Wall Street, come nel giorno prima, i bancari hanno guidato il rialzo, mentre sono proseguite le prese di beneficio sui titoli tecnologici; NVIDIA ha perso il 2,85% e Google l‘1,88%, Tesla l’1,78% e Facebook l’1,52%.
Contrastati i titoli petroliferi dopo la decisione dell’OPEC+ di tagliare ulteriormente la produzione: il greggio WTI ha perso terreno tornando sotto quota 86 dollari al barile dove lo troviamo questa mattina, mentre il Brent tratta cinque dollari sopra.
L’Euro è stabile a 1,0910 mentre il dollaro risale contro lo Yen a quota 148,20.
I mercati asiatici hanno iniziato il mese di dicembre in rosso, con Tokyo che oggi perde lo 0,11%, Hong Kong circa un punto percentuale e Seul l’1,19%.
Dal fronte macro oggi si attende la stima finale del PIL italiano del terzo trimestre e l’indice ISM dei responsabili degli acquisti USA di novembre, mentre alle 17:00 è atteso un intervento di Jarome Powell.
